BARBERA
Un vitigno che è arrivato nelle langhe solo alla fine dell’800 importato dal vicino astigiano, i cui caratteri sono distantissimi da quelli esuberantemente tannici, seppur in modo diverso, di nebbiolo e dolcetto. Tannini molto contenuti, fragore di frutto e di colore, buona produttività e resistenza alle malattie per un'uva affidabile che dà un vino di grande volume, giocato sulla potenza più spesso che sulla finezza e che nella sua patria di adozione sa dare vini longevi e importanti, grazie alle marne argillo-calcaree della regione. A volte più longevo del nebbiolo, ma anche meno imprevedibile nella sua evoluzione.
IDEA
Da sempre, dal 1995, la voglia di riportare nel barbera l’austerità e gli aspetti aromatici del rovere di Slavonia, in un periodo dominato dal rovere francese, ma anche il desiderio di poter tenere i vini più sporchi durante la loro evoluzione in legni più piccoli e assecondarne la dolcezza e il frutto. Quindi utilizzo di entrambi legni, grandi e piccoli. Un barbera che sapesse far emergere o nascondere a tratti le due anime di questo vino, quella più piemontese e seria e quella più internazionale, data in primo luogo dalla natura poco tannica del vitigno e dal frutto di immediata piacevolezza e comprensione.
LE VIGNE
I terreni sono situati nel comune di Dogliani, identificati principalmente nella vigna degli Austri, con una esposizione da sud est a sud ovest riparata dal vento, a 400 metri di altezza. Terreni di medio impasto a prevalenza calcarea situati nella sottozona di Valdiberti. Altri piccoli appezzamenti, Costabella e Cerri sottani, in posizione sud e sud-ovest sono situati in Valdibà.
Il sistema di allevamento è un Guyot semplice,con densità dai 4000 ai 5000 ceppi per ettaro.
Gli appezzamenti sono coltivati secondo i principi dell’agricoltura biodinamica che prevede un diverso approccio alla fertilità del suolo e l’utilizzo di rame e zolfo in quantità molto ridotte.
La resa in vino per ettaro può variare a seconda dell’annata dai 35 ai 40 ettolitri.
VINIFICAZIONE
Raccolto a mano intorno alla prima decade di ottobre, portato in cantina in cassette da venti chili, pigiato e diraspato, viene vinificato in tini di legno senza aggiunta di lieviti selezionati o di altri additivi enologici. Rimontaggi quotidiani. La temperatura non viene controllata e alla fine della fermentazione alcolica il vino sta in macerazione post-fermentativa sulle bucce per quattro o cinque giorni.
AFFINAMENTO
Dopo la svinatura la fermentazione malolattica viene ricercata con il solo ausilio della temperatura di cantina
Il vino è stato in legno per 16 mesi dove si è mantenuto sulle fecce fini rimesse in sospensione tramite batonnage con frequenza decrescente. Dopo una permanenza in acciaio è stato imbottigliato nell’estate 2007 per essere posto in vendita, affinato in bottiglia, a partire da settembre 2008.
ANNATA
Delicato e lineare, dove la presunta fragilità data dal tempo viene respinta da un tannino estroverso. Note terziarie si contrappongono a sentori ancora freschi mentre la lunghezza si sprigiona in bocca lungo tutto il palato in una tensione verso l’alto. Il 2001 è stata un’annata classica, in cui calore, pioggia e luce si sono alternati senza eccessi ma con quella misura aurea che permette l’espressione di una austerità piemontese tipica. Ancora centrato su uve provenienti per lo più dai vigneti di San Fereolo, caratterizzati dalla tipica vena tannica della zona, con una vinificazione tradizionale portata a secco senza residui in modo lineare e regolare.
AUSTRI 2004
Delicato e lineare, dove la presunta fragilità data dal tempo viene respinta da un tannino estroverso. Note terziarie si contrappongono a sentori ancora freschi mentre la lunghezza si sprigiona in bocca lungo tutto il palato in una tensione verso l’alto. Il 2001 è stata un’annata classica, in cui calore, pioggia e luce si sono alternati senza eccessi ma con quella misura aurea che permette l’espressione di una austerità piemontese tipica. Ancora centrato su uve provenienti per lo più dai vigneti di San Fereolo, caratterizzati dalla tipica vena tannica della zona, con una vinificazione tradizionale portata a secco senza residui in modo lineare e regolare.
AUSTRI 2001
Delicato e lineare, dove la presunta fragilità data dal tempo viene respinta da un tannino estroverso. Note terziarie si contrappongono a sentori ancora freschi mentre la lunghezza si sprigiona in bocca lungo tutto il palato in una tensione verso l’alto. Il 2001 è stata un’annata classica, in cui calore, pioggia e luce si sono alternati senza eccessi ma con quella misura aurea che permette l’espressione di una austerità piemontese tipica. Ancora centrato su uve provenienti per lo più dai vigneti di San Fereolo, caratterizzati dalla tipica vena tannica della zona, con una vinificazione tradizionale portata a secco senza residui in modo lineare e regolare.